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Non abbandonate chi insegna l’arte

Sono un insegnante di danza e presidente di un a.s.d. di Mestre. Scrivo a nome di tantissimi miei colleghi di tutta Italia. Questa lettera e un grido di aiuto in una situazione per noi a dir poco insostenibile. Siamo consapevoli che il nostro Paese sia in un momento difficilissimo, ma nessuno si ricorda mai di noi, siamo soli ed invisibili! La Costituzione della Repubblica Italiana nell’art.9 ci nomina definendo gli artisti come parte viva di una società civile, siamo coloro che rendono un paese dinamico ma ancora una volta
nessuno ci ha tutelato. Noi, che viviamo di questa bellissima arte a
360′, noi, insegnante, ballerini, coreografi, free lance ed organizzatori di eventi che siamo totalmente fermi dal 23 febbraio, annullando cosi molti
progetti programmati e studiati da mesi. La maggior parte di noi insegnanti, siamo a capo o insegniamo in una a.s.d. os.s.d. dove oltre che ad insegnare danza svolgiamo un importantissimo lavoro sociale e di aggregazione per i giovani. La maggior parte di queste scuole sono in affitto in locali di privati e gli affitti si riescono a pagare semplicemente se entrano mensilmente le rette dei nostri tesserati. Ecco quindi che da marzo non stanno entrando ovviamente le rette. Non sappiamo quando apriremo o se dobbiamo mettercela via e riaprire a settembre. Ma noi come possiamo fare a pagare gli affitti da marzo a settembre se non abbiamo entrate? Il CONI dov’è? Siamo tutti affiliati ad esso tramite gli Enti sportivi riconosciuti, tutti i nostri allievi sono tesserati, noi insegnante abbiamo i diplomi riconosciuta dal Coni e periodicamente frequentiamo corsi di aggiornamento o formazione;
sosteniamo a nostre spese le manutenzioni annuali degli immobili, acquisto del giustissimo defibrillatore, nonché rimborso per i nostri collaboratori, pagamenti della SIAE, bollette ecc… Purtroppo sempre più spesso siamo visti come dei sognatori, coloro che fanno questo non come lavoro ma come hobby. Ma signori, mi dispiace a dirlo ma la maggior parte di noi insegnanti lo fa come primo lavoro. La danza e l’arte piano piano scompariranno, toglieremo sogni, aspirazioni e luoghi sicuri ai giovani e per la strada ci saranno sempre più ragazzini annoiati e senza scopi nella vita. Chiediamo allo Stato di dare al nostro settore una forma più seria, e adeguata al nostro lavoro ma soprattutto di non abbandonarci!
Verena Filippini